Simone Pretti ci ha inviato un simpatico articolo sulla sua recente avventura, insieme a Guido Caravaggi, alla Monza Power Run (20 luglio 2013). la Monza Power Run è una corsa veramente molto particolare; leggete e capirete il perché.
Eccola qua … sono sopravvissuto alla Monza Power Run … e stavolta non è un eufemismo … Con l’amico Guido abbiamo percorso gli 11 / 22 km (1 o 2 giri) con ostacoli di questa manifestazione non competitiva a scopo di beneficienza. Il luogo bellissimo è stata la pista dell’autodromo di Monza, il parco di Monza e qualche via di Villasanta, grazioso paesino nei pressi all’autodromo. Gli 11 km si sono poi rivelati essere 12,8 km … che fa la sua bella differenza. Se devo essere sincero, essendo anche la prima manifestazione podistica in autodromo, l’organizzazione non è stata del tutto impeccabile, ma comunque niente di estremamente grave.
Per la parte goliardica, segnalo che molti sono stati i “fuori di testa” che per tutta la gara hanno indossato i costumi più originali … da Super Mario Bross, a Wonder Woman, alle tutine nere (con maniche e pantaloni lunghi !!!), ai figli dei fiori, alla diavolessa, all’elefantino (con tanto di maschera e tutù rosa), ai “viados”, al gruppo degli Hawaiiani, alla Banda Bassotti, … Tutti a segnalare lo stile “PURO DIVERTIMENTO” della manifestazione. Siamo stati tutti dotati di chip, ma non è stata fatta una classifica. In effetti, io poi c’ho guardato … e, poiché non capiterà mai più di arrivare 20° assoluto su 1.300 partecipanti… beh ne vado molto fiero 🙂 A mo mo !
La gara vede una partenza alle 16.00 di un “fresco” luglio .. .con l’asfalto della pista a dir poco rovente. Bisognava dunque nutrirsi bene e soprattutto bere molto per affrontare questa manifestazione ed i suoi malefici ostacoli. Non sono ostacoli impossibili presi uno ad uno … niente cose da rambo … ma nel complesso tra scalate di balle di fieno, arrampicate su corde, attraversamenti di laghetti, corsa in una piscina d’acqua, salto ostacoli, eccetera, si è rivelata ben stancante. Mi sono sentito stremato tanto quanto la maratona … ebbene sì, non esagero. All’inizio son partito bello allegro, con un buon passo (per me) sui 4’20” al km … poi, la sola ghiaia, ha ben frenato ogni velleità e rallentato il ritmo. In effetti, se la ghiaia rallenta una Formula uno che esce a 200km/h, potrà ben rallentare anche “noi poveri runner” no? 🙂
Devo dire grazie a Guido che mi ha affiancato in questa bella avventura e che, astutamente, mi ha accompagnato molto vicino alla linea di partenza. Astutamente perché una volta arrivati gli ostacoli, almeno per quasi tutto il primo giro, a causa del sovraffollamento c’era da aspettare anche un bel po’ prima di poterli affrontare (problemi di sicurezza), quindi, chi era davanti, poteva avvantaggiarsi sugli altri in coda.
Il primo neo della gara si ha dopo 5 km dalla partenza … il rifornimento, la sosta, le bevande, un “gutin” d’acqua ….. dov’erano? Eh, c’erano …. ma 3km più in là … e, col sole cocente delle 4 di un pomeriggio d’estate, ha fatto la sua bella differenza. Arriviamo ad uno degli ostacoli più distruttivi … gli anelli. Un percorso di 7-8 anelli da affrontare sospesi a 3m d’altezza con la sola forza delle braccia. Premesso che nessun ostacolo era “obbligatorio” e che non si veniva squalificati se si decideva di saltarli, tutti si sono cimentati nell’affrontare ogni difficoltà che il percorso presentava. Beh, per farla breve, al secondo giro, l’ostacolo degli anelli è stato chiuso. Primo perché il sottoscritto è scivolato e caduto di schiena (volo da due metri dove ho battuto secco ed in pieno la schiena). Son qua che ne parlo, quindi tutto bene, ma all’inizio non riuscivo a respirare … sì, me la sono vista un po’ brutta. Mancava un tappetino o un materassino a far evitare il peggio. Infatti e purtroppo, a qualcuno è andata peggio: un ragazzo è scivolato ed ha sbattuto la faccia … sempre sul cemento. Ambulanza e via… (adesso sta bene). Io me la sono cavata con un po’ di escoriazioni al braccio sinistro e una botta alla schiena (ma nulla più, tant’è che ho poi continuato il percorso per il secondo giro). Quando hanno chiuso l’ostacolo, al secondo giro, ho nettamente visto che era presente un materassino per attutire eventuali cadute … ma ormai era tardi.
Nello spirito della gara, faceva però un po’ Rambo correre con la ferita sul braccio sgorgante di sangue … Quasi quasi mi è anche piaciuta la cosa (eh, lo dico per sdrammatizzare e perché è andata bene …. non voglio pensare a che sarebbe potuto accadere cadendo male di schiena …).
Il punto critico sul finale del giro è stata la sopraelevata, antica e storica curva parabolica del circuito di Monza, oggi non più usata da nessuna auto, nemmeno in prova, da percorrere in … salita, arrivando fino a toccare il guardrail, per poi scendere con una corda. Poi via, fino al rettilineo d’arrivo … accorgendosi della distanza reale: 12,8 km e non 11 km …. e va beh. Molti qua si sono fermati, anche perché c’era la possibilità di scegliere, rifornirsi e poi partire, oppure dignitosamente finire questa bella esperienza. Guido si è fermato, io ho proseguito… le forze rimaste però erano davvero poche. Gli ostacoli, sono tali da spezzare il fiato e al contempo riposare ma mettono sotto torchio i muscoli delle gambe. Prendendola sempre come divertimento, mi sono cimentato al secondo giro. Alla fine son giunto davvero a pezzi, ma soddisfatto.
Per fortuna che il ristoro finale prevedeva molto da bere, un po’ di macedonia di frutta e una doccia … così fredda da essere utilizzata come freezer … e va beh.
Ringraziando ancora il buon Guido per avermi affiancato in quest’avventura, non dimenticherò mai il semaforo verde alla partenza della gara con l’esplosione di mille coriandoli e ovviamente … Wonder Woman 🙂