Augusto Losio al Via Lattea Trail

Augusto ha completato il Via Lattea Trail.

La gara, sulla distanza di 30 km con dislivello in positivo di 1850 metri, è partita da Sauze d’Oulx il 19 dicembre 2009 alle 18:00; Augusto l’ha completata in 4h 21′ 28″ classificandosi 101esimo su 212 partecipanti; ecco il suo racconto.

Da dove cominciare? direi dalla fine, quando all’arrivo ho detto all’organizzatore che il sentiero negli ultimi due km era poco segnato, e che quindi era in debito di una birra.
Aah, una Beck’s fresca appena arrivato e’ stata una conquista di cui vado fiero.
Arriviamo a Sauze d’Oulx a pranzo, albergo a 4 stelle in convenzione con la corsa e via a ritirare il pettorale.
Controllo del materiale obbligatorio: pantaloni lunghi, giacca in goretex, paille (si scrive cosi’?), coltello, sacca termica, due frontali, cibo (niente barrette o gel: fichi secchi e pistacchi di Ailantos, neh Ettore?), acqua, cuffia di lana.
URKA! ho lasciato a casa il certificato medico, ma per vie traverse riesco a recuperarlo (scomodando anche Carlo Busi che poi non ho più richiamato per il rientrato allarme, scusami).
Vabbé, sono le sei di sera e siamo alla partenza, via, passiamo nel paese tra i tifosi (al solito, groppo alla gola e lacrimuccia che non scende per il troppo freddo).
Ci inerpichiamo subito sui sentieri bui, 9km che ci porteranno dai 1600 m ai 2500 m del Col Basset, tutto su neve pressata e in alcuni tratti farinosa.
Corricchio e cammino di buon passo, mentre la temperatura scende: arrivo verso le sette e mezza e ci sono -19 gradi, entro al ristoro e faccio un errore.
Tolgo i guanti e la giacca, ho caldo, bevo un te’ e esco: una baionetta ghiacciata si infila tra le costole, il salto termico improvviso e’ stato di 30 gradi; ci sono due secondi in cui ho il tempo di pensare “mi ritiro, ho troppo freddo”.
Invece comincio a correre e affronto la discesa al Sestriere; non faccio nemmeno la finta di frenare, lascio andare le gambe nel buio e spero che non ci siano buche, cosi’ facendo mi riscaldo e mi diverto, sono solo per 3km e penso che e’ tutto bellissimo.
Arrivo al Sestriere, giro del paese di 3km e si risale (km17).
La salita su sentiero e’ una camminata a falcate sempre più larghe per contrastare il freddo crescente, al Col Basset in ritorno siamo a -21 e non entro al ristoro, penso che non voglio più provare il gelo dell’andata.
Gli altri si fermano, e grazie a questo mi ritrovo completamente solo in un deserto di neve.
La frontale e’ un cerchio irregolare di un metro e mezzo di diametro, ma quello che ho intorno e’ e resterà per sempre un mistero: piste, montagne, mari, dinosauri, e chi lo sa? Corro più veloce del pensiero che mi potrei perdere a causa dell’assenza di luci e di segnalazioni, aumento a perdifiato la corsa solo per mantenere un percorso rettilineo, affidandomi alla speranza che la linea retta sia quella giusta da seguire; ogni tanto mi giro ma non c’è nessuno, vado avanti che tanto non ho altro da fare.
5km così, e sensazioni che ancora adesso duro fatica a togliermi di dosso, nuotavo nel nulla, i polmoni pieni di aria, le gambe piene di benzina, e il vento che mi sparava sulla faccia nuda pezzi di ghiaccio.
Finalmente vedo altre frontali, cominciamo le piste nere da sci, qui lo sforzo e’ contrastare la forza di gravita’, devo puntare i quadricipiti per non lasciarmi andare, a poco a poco le luci si avvicinano.
Siamo al km27 quando entriamo in paese, aumento l’andatura, raggiungo e supero altri, non grido solo per il freddo e per senso di pudore, ma ho la pelle d’oca dalla felicita’ per la corsa e per lo scampato pericolo.
Eccomi, ci sono in quattro ore e mezza, compresa la richiesta della birra che comincia il mio racconto, e che conclude la mia avventura.

Link al sito del ViaLattea Trail

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