Correre

Corro da quando mio padre da ragazzo in inverno, con le strade appena pulite dalla neve, mi portava fuori, la sera dopo il lavoro, nell’inverno gelido, io che stramaledivo quel freddo pungente correvo, a volte chiedendomi il perché, a volte solamente per inerzia, capendo solo dieci anni dopo il vero significato di tutto questo.
Corro perché una volta non esisteva internet, i forum, i blog, i social network, gli account e le password, né tantomeno cellulari, pin o smart card.
Tutto era legato all’amicizia, al mio amico Vale, che d’estate, quando il caldo torrido lasciava spazio alle ombre serali passava da casa mia correndo, “raccogliendomi” in direzione Vernavola per una sgambettata assieme, quando correre mezz’ora era un traguardo, quando di scarpe tecniche nemmeno l’ombra, e l’unico integratore era la fontanella adiacente il percorso.
Corro perché da ragazzo, nel box intento a smontare motorini , ero contornato da posters di auto che mai avrei guidato e da pagine pubblicitarie di abbigliamento tecnico per podisti inneggianti con frasi poetiche, quasi mistiche, il superamento di ogni limite nello sport.
Corro perché nel 1990 ero incollato al televisore a guardare Gelindo Bordin che, con il tempo di 2:08:19, vinceva a Boston, veniva paragonato dal telecronista a Dio e rendeva importante l’Italia e tutti noi, compreso me, che non sapevo lontanamente cosa fosse e significasse fare una maratona.
Corro perché quand’ero a militare ho corso. Vuoi per destino, vuoi perché il mio vicino di letto in camerata era stato campione provinciale di podismo, che mi trascinava dopo l’allenamento forzato mattutino anche a quello serale, più piacevole, attraversando  le splendide strade di Gorizia, scoprendo passo dopo passo una  città meravigliosa che allora forse tutti disprezzavamo per la lontananza da casa.
Corro perché mi libera la mente. Mi distoglie dalle ansie quotidiane, mi alleggerisce lo stress del lavoro; quando corro il telefono non squilla, tutto si ferma, mi riprendo il tempo che mi spetta, riacquisto il mio spazio di libertà ed il silenzio che oggi stento a trovare, se non immerso in un parco cittadino.
Corro perché vorrei dare tutte quelle risposte, che mi tengo dentro, alle persone che non lo meritano, a chi ti mette i bastoni tra le ruote, a chi ti fa dei torti, a chi ti passa avanti nelle file, ai furbetti e agli stupidi in generale.  
Corro perché e alla base di tutti gli altri sport che ho praticato, pilastro fondamentale, umilmente ti insegna a essere te stesso a dare il meglio, perché solo cosi’ puoi ottenere risultati.
Corro perché non posso mentire a me stesso, l’unico nemico che ho davanti posso guardarlo allo specchio, non esistono mezzi termini, l’unico avversario che devo battere sono io, le uniche armi: gambe e mente.
Corro perché no, non sono competitivo, e mi ritrovo in tasca tre tessere Fidal, Uisp ed Enti.
Corro perché vado piano, ma quando mi superano mi girano le balle, così stringo i denti e proseguo cercando di stare al passo.
Corro perché alla maratona di Torino, quando ero spettatore, c’era un clima fantastico e ho visto piangere di gioia omoni grandi e grossi solo per la gioia di avere raggiunto il traguardo qualunque fosse il tempo che il display segnasse. 
Corro perché sono sempre in lotta con i kg che devo perdere, giorno dopo giorno in una battaglia infinita, ma soddisfatto di poter gustare un dolce senza remore al termine di una cena tra amici.
Corro perché questo sport fa bene, e non lo noto da cartelle cliniche o da articoli apparsi sui giornali, ma dal fatto che sono più reattivo alla vita di tutti i giorni, mi alzo con un sorriso e affronto i problemi con più serenità e determinazione.
Corro perché mi piace farlo mentre piove, sentendo le gocce tamburellare sul mio cappellino, con vestiario e scarpe intrisi d’acqua, sentendo il contatto diretto con la natura.
Corro perché mi piace faticare con tutti gli appassionati di questo sport, che si alzano la domenica mattina alle sei.
Corro perché’ corro come Valentino Rossi (magari!…) e Guido Meda da cui ho preso spunto per questo articolo.
Corro per tutti quelli che mi dicono che questo sport è noioso a cui rispondo: “se è così io non solo sono noioso, ma anche asociale!”

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